Avete presente quello strano click che hai iniziato a sentire quando premevi la frizione, o il fastidio al dente che non passava più, o lo scarico della doccia sempre più lento. Capita di doversi rimboccare le maniche per sistemare un guasto, e mano a mano che provi ad aggiustarlo, addentrandoti nel meccanismo inceppato, ti accorgi che il problema è un altro più a monte e più grave, allora ti munisci di nuovi strumenti, controlli di nuovo, ma ecco che il problema è ancora più a monte e ancora più grave.
Frustrato inizi a chiederti come hai fatto a non accorgertene prima? Ti saresti risparmiando un sacco di problemi! Sarebbe stato più facile! Invece no! Hai procrastinato, hai fatto finta di nulla e guarda un po’ cosa devi fare adesso!
Il progetto Riforma e Progresso è ancora agli inizi, sappiamo che l’unione fa la forza, così fin da subito cerchiamo di attirare il maggior numero possibile di interessati. A tal riguardo il fondatore, Giacomo, ha fatto notare un problema “che strano, siamo quasi tutti maschi”. Già, è strano, eppure gli inviti sono dispensati senza alcuna differenza, anche le nostre proposte sono per la parità di genere.
Si tratterà di una casualità statistica? come quando lanci tre volte la moneta ed esce per tre volte testa.
Sembra di no, chiedendo in giro pare che molte altre associazioni che trattano di politica abbiano questo stesso problema.
Poi il colpo di grazia, durante una video-chiamata di gruppo il nostro ospite, un rappresentante dell’associazione Base Italia ci lancia una frecciatina <<di certo una cosa che vi distingue dagli altri partiti è che siete tutti maschi>> era un’innocente battuta ma ci ha punto sull’orgoglio. Non è questo ciò che siamo, tanto meno quello che vogliamo sembrare dall’esterno.
Nel gruppo Telegram abbiamo a lungo discusso di questa inspiegabile maggioranza di cromosomi XY, senza però cavare un ragno dal buco. Si puntava il dito contro gli effetti diretti e indiretti del “Patriarcato”… ma quindi? Siamo una start-up politica, non un gruppo di sociologi! Abbiamo bisogno di una soluzione, non di un colpevole astratto.
La mancanza di donne all’interno di un gruppo che fa politica in un paese democratico è un problema serio. C’è chi dice che le donne vedano le cose da un altro punto di vista, che il mondo sarebbe più pacifico se ci fossero più donne, che sono più brave a prendersi cura di questo o quello. Non saprei, sarà che io sono un uomo, ma la vedo da un punto di vista molto più pratico: le donne sono metà della popolazione, sono soggette a svantaggi che non posso capire, mi sento stupido quando in un gruppo Telegram di soli uomini faccio supposizioni su perché non ci sono donne all’interno o su ciò che apprezzerebbero.
Così ho fatto due piccoli sondaggi con la mia pagina Instagram, non sarò l’ISTAT ma credo apprezzerete pure voi i risultati.
– Nella prima storia ho introdotto il problema parlando della mia esperienza personale:
“Sono stato in molte associazioni e ho notato che nei Grest estivi ci sono più ragazze che fanno le animatrici. Nei circoli culturali maschi e femmine si equivalgono. Invece nei circoli politici sono di più i maschi. La scarsa presenza femminile a questi ultimi mi pare strana, anche perché le ragazze sono una maggioranza nei corsi di scienze politiche”.
– Nella seconda ho lasciato una domanda aperta:
“Per risolvere questo arcano permettetemi di chiedere a voi donne una cosa. Immagino che nel vostro paese ci siano sicuramente circoli dei maggiori partiti al governo: Lega, PD, 5S, ecc.” “Perchè preferisci non farne parte? Cosa dovrebbero fare per invogliarti?”
– Nella terza ho posto un sondaggio, per capire se ciò che ho affermato nella prima storia trovava conferma tra i follower della mia pagina Instagram:
“Mi è capitato di partecipare a:
Alla domanda aperta hanno risposto solo 2 donne chiedendo politiche meno sessiste. Al sondaggio invece hanno risposto in 21 persone, ben equilibrate tra maschi e femmine. Zero voti alla prima domanda, non mi stupisce, in genere chi entra in un circolo politico è perché ha precedentemente maturato un certo spirito collaborativo in altre realtà. “Nessuna associazione o progetto” 5 voti: 1 femmina e 4 maschi, è la domanda con meno risposte, ne deduco che chi si prende la briga di rispondere ai sondaggi virtuali in genere sia attivo pure nella realtà. “Solo progetti/associazioni non politiche” hanno risposto in 9: 7 femmine, 1 maschio e 1 dal cui profilo semi vuoto non si può intendere il genere. Invece assistiamo allo scenario specularmente opposto per “Sia politiche che non”, 7 voti: 5 maschi, 1 femmina e 1 dal cui profilo semi vuoto non si può intendere il genere.
Ossia, la scarsa partecipazione femminile nel gruppo Riforma e Progresso è il click della frizione, il click di un problema molto più serio, vasto, concreto e a lungo ignorato. Ma i mezzi digitali non possono dirmi più di ciò che già sapevo.
Faccio delle veloci interviste alle ragazze/donne che conosco, ripetendo le stesse domande che ho posto nel social e credo di averci capito qualcosa.
Scartiamo la storia del patriarcato dunque, buona per i talk show ma troppo generica e impalpabile, nessuno ha mai chiesto alle donne che ho intervistato di star lontana dalla politica, sono loro che hanno scelto di non andarci. Ok. Allora perché scelgono di non andarci? A questa domanda le risposte variano da: non ci ho pensato, nessuno mi ha mai invitato, troppo impegnativo. Ma non è nelle parole che stava la risposta, più nel tono di voce direi, un po’ sbrigativo, leggermente sorpreso, senza il minimo senso di colpa. Dalle loro risposte trapelava un “è normale che non ci partecipi”. Ecco!
Per l’ennesima volta, la risposta alla non partecipazione politica, ritengo sia la Sfiducia. Solo che nelle donne è maggiore che negli uomini, una sfiducia così opprimente e selettiva che rinunciano sistematicamente a mettersi in gioco. Lo capisco perfettamente, la politica pare incapace di generare soluzioni a misura di donna, e nessuno sano di mente si dedica ad un progetto sapendo che è qualcosa di impossibile. In questa mia interpretazione si sono riconosciute pure loro.
Dunque, se le cose stanno davvero così, ai maschietti che partecipano a progetti o associazioni politiche e vorrebbero includere più donne, consiglierei di metter da parte il sentirsi stupidi a progettare soluzioni a favore delle donne anche se non ci sono donne. Alle femminucce consiglierei di mettere da parte il tanto non cambierà nulla e iniziare a fare politica attiva (chissà, potrebbe anche piacervi). O almeno, non vedo in che modo in un sistema democratico, l’interesse di coloro che vi partecipano possa sostenere i bisogni di chi sceglie di starne fuori.
Federico – Riforma e Progresso