LE PROMESSE DI IERI, OGGI E QUELLE CHE VERRANNO

Il condizionale è sempre d’obbligo quando si discute di politica ma su questo non ci piove: i programmi elettorali esprimono le idee dei partiti e le loro proposte. È una frase tanto semplice quanto incomprensibile al popolo italiano che è sempre più convinto bastino solo le prime (le idee) visto che la scarsa educazione finanziaria, civica e storica estesa in tutta la penisola rende le seconde (le proposte politiche) incomprensibili ai più. Per decenni in Italia abbiamo votato le idee senza curarci dell’impatto che le riforme avrebbero avuto sulle finanze dello stato.
L’italiano medio crede ancora oggi nella favola dei poteri forti e dei burocrati di Bruxelles che avrebbero desiderato il nostro fallimento nel 2011 e non ha compreso che forse erano le finanze dello stato a non essere più credibile e sostenibili. Le mance elettorali ed i bonus hanno contraddistinto la seconda repubblica portando la grande Italia ad essere seconda in Europa per rapporto debito/Pil.
Non illustrerò la crisi finanziaria del nostro paese; mi limito a spiegare che il 44,3% circa del debito pubblico (fonte ISTAT) è posseduto da soggetti esteri indi per cui bisogna risultare credibili ripagandolo. La mancanza di fiducia nell’Italia potrebbe costarci cara poiché i compratori dei titoli di stato richiederebbero maggiori tassi d’interesse o peggio ancora si rifiuterebbero di sottoscriverne altro.

Mi perdoneranno gli economisti per questa brutale sintesi (che esclude decine di altri fattori) ma è necessario trasmettere ai cittadini che siamo arrivati ad un punto critico in cui emettere altro debito renderebbe l’Italia sempre meno credibile e addosserebbe sulla prossima generazione gli oneri di oggi. Se un giorno il nostro paese si dichiarasse inadempiente dovremmo inginocchiarci e subire le conseguenze di essere una seconda Grecia.
Ora che abbiamo compreso la vitale importanza della sostenibilità del debito è giusto chiedersi se per queste elezioni i politici avranno adeguato le loro proposte. I partiti (al di là delle idee che in questo paper non saranno messe in discussione) propongono riforme sostenibili? Spiegano come e con che risorse intendono soddisfare le promesse mantenute? Spoiler: NO. Nessuno escluso. Ma vediamo insieme uno ad uno i programmi depositati al ministero degli interni dalle maggiori forze politiche ponendo però attenzione alla parte di spese che coprono e sulle spese che invece andrebbero ad incrementare il nostro caro amato debito pubblico.
Partirei con il primo partito nei sondaggi: Fratelli d’Italia. Il programma non è altro che una lista di voci di spesa che vanno dall’abolizione dell’IRAP (costo di 26 mld, fonte: MEF) ad agevolazioni sull’acquisto di una casa (spesa inquantificabile) alla flat tax (costo di 58 mld. Fonte: lavoce.info). Non mancano le promesse tanto generali quanto mal formate per i giovani. Il totale della spesa calcolabile secondo Costantino De Blasi (di Liberi e Oltre) si aggira sui 160-200 mld (circa il 10% del PIL). È una cifra spropositata ma giustificabile se ci fossero delle coperture. Purtroppo il fabbisogno dichiarato dal programma oltre al ricalcolo delle pensioni d’oro è inesistente.

Chi ben incominci è a metà dell’opera no? Proseguiamo con l’arcirivale Enrico Letta, leader del secondo partito italiano. Il Partito Democratico nel suo documento fa emergere una certa attenzione per le coperture, purtroppo però fa finta di non sapere che sono del tutto insufficienti per coprire il fabbisogno finanziario delle proposte scritte. Con le sue promesse vaghe e la reticenza che contraddistingue il programma il costo stimato per la sua attuazione è di 110 mld (Fonte: Liberi e Oltre). Le uniche coperture quantificabili indicate derivano dalle gare per il 5G. Utile sottolineare la proposta della riduzione dell’IRPEF del 50% per le start up. Peccato che queste non siano soggette all’imposizione IRPEF in quanto non si tratta di persone fisiche (Perciò questa spesa non è stata inclusa nel conteggio).
Cosa potrebbe mai andare peggio? La risposta è semplice: il programma del Movimento 5 Stelle. 13 pagine di elenco puntato in cui non si presenta nemmeno una voce di entrata per lo Stato. L’unica copertura segnalata è rappresentata da una non spesa, in quanto promettono di tagliare un costo futuro programmato seguendo le direttive NATO: quello per il riarmo (2,6 mld). Il totale delle spese per realizzare le promesse ammonta a 106 mld.
Due settimane prima delle elezioni il Movimento pubblica una versione estesa del programma che oltre ad inserire qualche dettaglio in più sulle proposte dice questo: (parafraso) “l’Italia ha sempre rispettato le direttive europee e per colpa del debito pregresso e delle banche che si arricchiscono oggi ci troviamo ad affrontare un debito maggiore”.
Oltre al fatto che sia falso, se queste sono le cause del rapporto debito/PIL al 152.5% allora forse vi è mancanza di cultura civica, storica e finanziaria anche nella nostra classe dirigente.

Per tornare dove “si è stati bene” è giunto il momento del programma dell’immortale Silvio Berlusconi e la sua Forza Italia. Programma storico uguale in buona parte a quello del 2018. Le coperture non sono significative (spesso sono in contraddizione con il programma stesso) e non sono quantificate con nessun numero. In compenso il totale della spesa necessaria a soddisfarlo eguaglia i 108 mld (Liberi e Oltre).
Chiudendo la coalizione del cdx andiamo sul partito che merita il premio finanziamenti 2022: la Lega Salvini Premier. A sorpresa i costi del suo programma sono solo 178 mld (comprendendo i costi pluriennali derivati dalla proposta sulle infrastrutture). Inoltre risulta molto articolato nelle proposte bandiera (flat tax, decreti sicurezza ecc..) quanto altrettanto vago in tutte le altre. Ma arriviamo al punto forte: la parola “coperture” compare due volte per un risultato finale di 0 mld di introiti per lo stato, in quanto la prima volta si riferisce alle coperture agricole e la seconda alle coperture vaccinali. Sicuramente sotto l’aspetto finanziario il peggior programma della coalizione.

Dove i primi tre poli falliscono ci riuscirà il quarto? Il polo Calenda propone un programma economicamente migliore ma non per questo sufficiente. Migliore perché presenta dati e articola nel dettaglio alcune proposte molto tecniche (es: piano energetico). Insufficiente perché di fronte ad un costo di realizzazione di 52 mld le coperture certe sono 11 mld. Le coperture semi-certe (quelle derivate dal miglioramento strutturale della lotta all’evasione) potranno essere 10 mld nel 2024. Il programma è competente e tecnico ma il saldo finale rimane negativo.
Senza entrare nel dettaglio citerò solo il programma dell’Alleanza Verdi/Sinistra italiana e quello di Unione Popolare. Il primo oltre a non contenere una singola voce di entrate pubbliche presenta caratteri anti-scientifici e spese inquantificabili. Il secondo presenta un saldo negativo di 173 mld (Liberi e Oltre). Avete letto bene: SALDO.

È stata lunga ma abbiamo terminato. Le conclusioni finali sono tristi ma lapalissiane: con questi partiti e questo sistema di fare politica si può dare al cittadino, all’impresa e al giovane il contentino ma solo a discapito del bene del Paese intero. A danni del nostro futuro.
Penso che dopo questa lettura non direte più: ”I politici vanno al governo e poi sono tutti uguali, nessuno fa quello che promette” ;
ma forse a malincuore penserete: “Per fortuna anche questa volta non hanno mantenuto le cazzate promesse”.

Riccardo Negrisoli – Riforma e Progresso

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