ATTUARE POLITICHE PER LA PESCA
ATTUARE POLITICHE PER AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO
promuovere lo sviluppo tecnologico e innovativo in agricoltura
INTRODUZIONE NUOVO TIPO DI VOUCHER, E SOSTEGNI ALL'AGRICOLTURA
creazione agenZia per la regolamentazione dei prezzi agricoli
informare i consumatori con la nuova etichetta parlante digitale
CREAZIONE DI INCENTIVI PER L'AMMODERNAMENTO DELL'AGRICOLTURA, LA PRODUZIONE DI COLTURE PIU' REDDITIZIE E L'IMPLEMENTAZIONE DELL'USO E PROTEZIONE DELLE API
CREARE UN'AGENZIA CHE PERMETTA AD AGRICOLTORI E ALLEVATORI DI GUADAGNARE DI PIU' E VENDERE MEGLIO FACENDO RETE
INCENTIVARE LA FILIERA CORTA, ABBASSARE COSTI E TASSE NEL SETTORE E CREAZIONE DI WELFARE ANCHE PER PESCATORI, ALLEVATORI E AGRICOLTORI
ECCELLENZA ITALIANA
Da sempre noi italiani, tra le altre cose, siamo riconosciuti nel mondo per la nostra eccellenza AGROALIMENTARE, infatti rappresenta uno dei cardini del MADE IN ITALY.
Tutti invidiano la nostra passione nel fare le cose, la nostra grande varietà di offerta, la nostra capacità nel curare i DETTAGLI e nel ricercare la massima QUALITA’ e PERFEZIONE in quello che facciamo.
Infatti, molti stranieri cercano di copiarci, e approfittando delle nostre debolezze, “rubarci” guadagni, crescita e mercati. Allo stesso tempo, molti stranieri hanno implementato la tecnologia nell’agricoltura e nell’allevamento in modo da produrre di più e a costi più bassi (e in ogni periodo dell’anno).
La globalizzazione senza regole ha fatto poi il resto, per esempio l’Africa e il Sud America sono diventate la “Cina” per i prodotti agricoli e di allevamento, cioè importare a costi bassi.
Non ultimo, la burocrazia italiana ed europea, l’incapacità di trovare risorse, la difficoltà nel poter lavorare sereni.
SIAMO RIMASTI INDIETRO
Come se non bastasse, dobbiamo dire che per colpa in parte nostra e in parte della politica, siamo rimasti indietro di quasi 50 anni per quanto riguarda le politiche agricole.
Il mancato sostegno alle aziende agricole e ai loro lavoratori (pescatori, allevatori, ecc.) e non ultimo il non aver mai investito in innovazione e tecnologia, in modo da poter produrre meglio, di più e magari più in linea con le esigenze del mercato italiano e mondiale, da anni in continuo cambiamento.
Non ultimo, non siamo stati in grado di conformarci con le necessità ecologiche del pianeta, che sono cambiate e non possiamo più permetterci, di continuare a “non cambiare” (danneggiando il nostro futuro e quello dei nostri figli e dei figli dei loro figli), sprecando tanta acqua ed energia per produrre sempre la stessa quantità di prodotti, inquinando terra e acque, e non curandoci della biodiversità.
Agli allevatori, agricoltori, pescatori, e tutte le categorie delle varie filiere, bisogna:
– che siano messi in grado di poter lavorare, semplificandogli la vita, in modo da far “valere la pena” di fare il proprio lavoro;
– dare l’opportunità di far guadagnare il giusto a tutti
– aiutare tutti a innovarsi, implementando risorse, tecnologie, liquidità e strumenti;
– unire tutte le categorie in modo da affrontare uniti i mercati internazionali;
– proteggere i prodotti italiani a tutti i livelli
POLITICHE PER LA PESCA
Lo stato della pesca nel Mediterraneo negli ultimi 10 anni è peggiorato e per gli stock ittici del bacino 4 sono le minacce principali: cattiva gestione della pesca (percepita soprattutto in Adriatico), inquinamento (percepito soprattutto nel nord ovest del Mediterraneo e nello Stretto di Sicilia), pesca illegale e pesca eccessiva (in tutte le aree) e per l’Adriatico viene chiamato in causa anche il cambiamento climatico.
A dirlo sono i pescatori stessi intervistati dal WWF insieme agli enti di ricerca coinvolti in due progetti – *SAFENET (Sustainable Fisheries in Mediterranean EU waters through networks of MPAs) e *MANTIS (Marine protected Areas Network Towards Sustainable fisheries in the Central Mediterranean)- finanziati dall’Unione Europea (DG MARE) proprio per trovare soluzioni al problema della sovra-pesca basate su strumenti di gestione dello spazio marino.*
La voce dei pescatori, su un campione di 165 intervistati, è stata raccolta in 11 aree: Catalogna, Golfo del Leone, Costa Azzurra, Corsica, Sardegna, Toscana, Adriatico settentrionale (Italia e Croazia) e Stretto di Sicilia (Sicilia e Malta).
CONFLITTO TRA ATTIVITA’ DIFFERENTI
Quasi due terzi dei pescatori intervistati lamentano problemi di competizione per lo spazio marino con il turismo subacqueo, soprattutto in Stretto di Sicilia e Adriatico, (nelle aree ad alta concentrazione di specie ittiche), mentre il turismo da diporto è fonte di malcontento in Mediterraneo Nord-Occidentale, a volte anche per la ridotta conoscenza e/o rispetto della segnaletica marina da parte delle imbarcazioni turistiche e i conseguenti danni alle reti da pesca. Infine anche i rapporti tra pesca artigianale e pesca a strascico sono spesso conflittuali per la competizione per le stesse risorse, in particolare in Adriatico e Stretto di Sicilia.
POSSIBILI SOLUZIONI:
DELIMITARE, FAR CONOSCERE E RISPETTARE LE AREE
Una soluzione potrebbe essere quella di creare aree delimitate ben più visibili dove i pescatori non possono accedere perché riservate ai turisti, e viceversa, dove i turisti e subacquei non possono entrare perché riservate ai pescatori.
Varrà creata una mappa che delimita le aree, questa mappa sarà presente online in un’unica APP ufficiale fatta appositamente per tutte le persone che vogliono mettersi in mare in tutte le acque nazionali delle nostre coste italiane (per lavoro o per svago), che mostrerà le varie zone di mare con colori diversi per ogni area di appartenenza, con tanto di spiegazione, numeri utili da chiamare per denunciare chi fa il furbetto. Ogni zona marittima poi avrà un tabellone grande e visibile in ogni porto, che rappresenterà in formato reale le zone attigue al porto.
(*fonte: https://www.wwf.it/?32960/Crisi-della-pesca-la-parola-ai-pescatori)
Allo stesso tempo verrà fatto un corso gratuito obbligatorio a tutti i “professionisti del mare” (pescatori, barche da diporto, chi fa escursioni turistiche ecc.), verrà rilasciato un patentino e chi non ce l’avrà e andrà poi comunque a fare il proprio lavoro senza, verrà multato!
VERRANNO IMPLEMENTATI I CONTROLLI DELLA GUARDIA COSTIERA e verranno pesantemente multati i trasgressori, fino, nei casi più gravi, al ritiro della licenza. Tale implementazione servirà anche per combattere la Pesca illegale – bisognosa di maggiori controlli e repressione, considerata prioritaria non solo da ricercatori e gestori di aree protette, ma anche dai pescatori stessi, come un problema gravissimo nel settore della pesca.
PROTEGGERE LE AREE PROTETTE la maggior parte dei pescatori concordano sulla loro utilità per la protezione della biodiversità e delle popolazioni ittiche in particolare, ma ritengono anche che le aree marine protette siano poco efficaci per ridurre o moderare i conflitti tra i diversi utenti del mare, in quanto paradossalmente, spesso le aree protette sono considerate dai pescatori professionali come un’attrattiva che richiama pescatori ricreativi, turismo e pesca illegale.
Quindi UNA FORMAZIONE OBBLIGATORIA PER TUTTI, UNA APP CHE MOSTRA LE AREE DI COMPETENZA (E LE AREE PROTETTE OFF LIMITS) E UNA MAGGIORE VIGILANZA DELLA GUARDIA COSTIERA (coadiuvata dalla possibilità di DENUNCIARE anonimamente qualche furbetto) implementerà la situazione e migliorerà sia il lavoro dei pescatori, che quello di tutti gli altri.
GARANTIRE IL REDDITO DEI PESCATORI E PROTEGGERE GLI STOCK ITTICI
Garantire un tenore di vita equo per coloro che dipendono dalle attività di pesca è un obiettivo fondamentale che andrebbe anzi spinto dall’Unione Europea come sta già facendo per gli agricoltori.
Allo stesso tempo, la maggioranza dei pescatori è d’accordo sul mantenere i “fermi biologici”, e lasciare ai pesci il tempo di riprodursi. Serve rafforzare la creazione di nursery e implementare e incentivare la pesca di specie “secondarie e meno conosciute” (promozione di specie sotto-utilizzate).
Nei momenti di BLOCCO, ai pescatori deve essere riconosciuto un REDDITO sicuro, continuativo e facile da ricevere ogni mese (per i mesi di fermo).
Quindi tutti i pescatori, in tali periodi, tramite la APP/SITO WEB o recandosi direttamente presso gli uffici pubblici della nuova agenzia nazionale del lavoro e dell’impresa (che creeremo vedi Programmi Lavoro e Impresa) potranno attivare automaticamente l’erogazione del reddito di DISOCCUPAZIONE.
Essi dovranno però in tali periodi di disoccupazione per fermo/blocco forzato, in accordo con l’agenzia, con i comuni/regioni, e le ONG, obbligatoriamente lavorare per attività alternative come:
– FARE CORSI DI FORMAZIONE SUGLI AMBITI PRODUTTIVI CORRELATI ALLA PESCA (turismo, pesca sportiva, ristorazione, servizi ambientali, prevenzione ambientale, ecc.)
– ISTITUIRE NURSERY, assieme ai centri di ricerca, per implementare la produzione di determinati pesci all’interno di grandi vasche (come fanno in Norvegia per i salmoni) per “produrli” in ambienti chiusi e specializzati
– USCIRE IN MARE PER RACCOGLIERE RIFIUTI, utilizzare parte del tempo per raccogliere rifiuti, sia con le reti che attraverso sistemi consigliati (in appoggio) dai centri di ricerca
– Supportare i centri di ricerca per la creazione di strutture, impianti, ecc. per fare ricerche o per provare strutture pilota atte a produrre energia con il mare, o per studiare nuove specie di pesce o per trovare e sperimentare metodi alternativi per la pulizia del mare
– Aiutare a incentivare la produzione di zone con “erba marina” le alghe che producono ossigeno
– Creare strutture per la produzione di alghe di varia tipologia, per poi usarle nell’industria farmacologica, alimentare, cosmetica, ecc.
– Studio degli effetti dello strascico o pesca a recupero di rete sul fondale e conseguente alterazione dei cicli biologici
– Analisi, con operatori del settore, per il miglioramento nel termine del calendario annuale del limite della pesca rinnovabile, da anni fissato al mese di Giugno ma in costante regressione.
COINVOLGIMENTO NEL PROCESSO DECISIONALE
La maggior parte dei pescatori ritengono fondamentale che la propria categoria possa partecipare attivamente in qualche processo decisionale. A tal proposito è emerso che laddove le organizzazioni tradizionali dei pescatori (come le cofradías spagnole) hanno maggiori capacità di avviare iniziative di co-gestione, le misure gestionali quali chiusure spaziali e temporali della pesca sono generalmente ben accette e rispettate dai pescatori. Al contrario, quando queste organizzazioni mancano o hanno scarsa presa sui pescatori, persistono le opinioni più individualiste ed il rispetto delle misure gestionali risulta più difficoltoso.
CREAZIONE DEL “CONSIGLIO DI PESCA” – Creeremo un comitato dove i pescatori dovranno eleggere 10 pescatori per regione (ove presenti), rinnovabili ogni anno, e saranno un CONSIGLIO a supporto del Ministero delle politiche agricole e avranno diritto di interpellare e consigliare il Ministro e il Governo su proposte e decisioni del loro settore. Il Governo sarà obbligato ad avere un loro parere preventivo (non vincolante) su tutte le leggi attinenti al loro settore.
OLTRE A QUESTE PROPOSTE, COME IN TUTTI I NOSTRI PROGRAMMI, NOI DI “RIFORMA E PROGRESSO” INVITIAMO GLI ESPERTI DEL SETTORE A CONTATTARCI PER IMPLEMENTARE E MIGLIORARE IL PROGRAMMA CHE RIGUARDA LA LORO CATEGORIA
POLITICHE PER L’AGRICOLTURA E L’ALLEVAMENTO
RIMETTERE AL CENTRO L’AGRICOLTORE E L’ALLEVATORE
Oggi giorno è sempre più difficile fare agricoltura e allevamento.
Forse non ce ne rendiamo conto ma pensateci bene, in Italia esistono avvocati, ingegneri, farmacisti, politici, professori, banchieri, commercianti, commessi, elettricisti, idraulici, architetti, baristi, operai, stilisti, ecc. Tutti loro mangiano! E ciò che mangiano deriva dal lavoro di persone chiamate Agricoltori (parola che include anche allevatori e pescatori).
Per non parlare di tutta l’industria (fabbriche, imprenditori e operai) che producono cibo e bevande italiane famose in tutto il mondo, che trasformano e vendono. Per non parlare di panettieri, ristoratori, pizzerie, mercati rionali ecc. che vendono o cucinano il cibo per poi venderlo.
Tutti ci riempiamo la bocca dell’eccellenza italiana, di sigle come DOC, DOP, IGT, ecc. Molti (perché va di moda) supportano il “biologico”, ma poi preferiscono spendere poco e propinare “il basso costo” importato e magari prodotto usando pesticidi pericolosi che sono illegali in Italia ma non all’estero.
Sappiamo tutti che ad oggi produrre per esempio un chilo di pomodori, mele, o un litro di latte, o di olio, costa un tot (per sostenere le spese, le tasse, gli obblighi normativi ecc.) ma poi gli agricoltori/allevatori son costretti a vendere a meno!
Cioè, la logica dell’economia dice: ti costa per esempio 1 € (tutti i costi inclusi) per produrre quel chilo di cibo? Poi lo dovresti vendere per lo meno a 1.10 € minimo per averci un profitto, altrimenti non è business!
Ma ancora peggio, spesso sono costretti a vendere quel chilo a meno di 1 €, quindi vanno in perdita perfino! Che senso ha?
E poi ci lamentiamo che alcuni agricoltori sfruttano la manodopera a basso costo e illegale (caporalato), pratica sbagliatissima e da combattere ovviamente, ma il caporalato è solo la punta dell’iceberg, sintomo di esasperazione di alcune ditte agricole che non ce la fanno più. Se si interviene massicciamente e strutturalmente per aiutare gli agricoltori, saranno essi stessi i primi a smettere di fare caporalato!
Ci lamentiamo poi del fatto che molti agricoltori buttano o non raccolgono il cibo (sprecando), perché non ne vale la pena di raccoglierlo o per tentare di alzare forzatamente i prezzi?
Noi di “Riforma e Progresso” vi proponiamo ora delle soluzioni, ma ovviamente siamo aperti e disponibili a recepire consigli e implementazioni da parte di esperti e imprenditori del settore agricolo.
COINVOLGIMENTO NEL PROCESSO DECISIONALE
Come vogliamo fare per i pescatori, vogliamo creare anche un consiglio fatto da rappresentanti di imprenditori agricoli, che faccia da consigliere politico al Governo.
CREAZIONE DEL “CONSIGLIO AGRICOLO NAZIONALE” – Creeremo un comitato dove gli agricoltori ed allevatori dovranno eleggere 10 rappresentanti per ogni regione, rinnovabili ogni anno, e saranno un CONSIGLIO a supporto del Ministero delle politiche agricole e avranno diritto di interpellare e consigliare il Ministro e il Governo su proposte e decisioni del loro settore. Il Governo sarà obbligato ad avere un loro parere preventivo (non vincolante) su tutte le leggi attinenti al loro settore.
NETWORK DI ESPORTAZIONE CONDIVISA
Creeremo un’agenzia, la “AGRIFOOD ITALY” il cui scopo sarà quello di rappresentare, appoggiare, e mettere assieme e d’accordo tutte le aziende agricole (per chi vorrà farne parte), in modo da agire assieme, come unico soggetto, per commercializzare, pubblicizzare, esportare all’estero i prodotti. In tal modo sarà possibile fare sistema uniti e, per esempio, offrire ai clienti e alle grandi GDO straniere, prodotti italiani, accomunati sotto un unico interlocutore, marchio, e referente. NON SOLO ALL’ESTERO, l’agenzia sarà in grado di offrire i prodotti anche alle fabbriche italiane del food, e alle GDO italiane riuscendo a fare massa critica e garantire costi e prezzi più equi.
Questa agenzia sarà a gestione privata, avrà manager esperti nella vendita nel settore agricolo, commerciali ed agenti del settore delle GDO, che andranno in giro a vendere in Italia e all’estero per conto delle aziende rappresentate (saranno pagati, avranno obiettivi e premi di risultato per incentivarli).
In tal modo avremo una potenza di fuoco dove potremo offrire di tutto a qualunque mercato, e per la legge dei grandi numeri, strappare buoni contratti con i compratori, in quanto compreranno grande, da un’unica “azienda/agenzia” che avrà un portafoglio fatto da migliaia di aziende italiane messe assieme (non una cooperativa ma una FEDERAZIONE di aziende).
L’agenzia venderà sia marchi comuni (nome, etichetta, forma confezione unica ed identica per tutti), sia offrirà, a seconda delle esigenze, i singoli marchi, o suddivisi per categorie merceologiche. Sia proporrà Private Label. Sarà quindi flessibile.
Per esempio: al grossista cinese servono 10.000 bottiglie di PROSECCO. L’agenzia AGRIFOOD ITALY tratterà col cliente offrendogli un listino, con prezzi ecc, già preventivamente deciso assieme, in questo caso, con tutti i produttori di vino Prosecco italiani (listino fisso annuale, con limiti e paletti su scontistiche ecc.) e il cinese riceverà 10.000 bottiglie tutte allo stesso prezzo.
Poi l’agenzia suddividerà l’ordine equamente, tra le varie cantine, in modo da far lavorare tutti nella stessa percentuale (per un tot numero di bottiglie per ogni cantina). Tutti incasseranno lo stesso prezzo. Per un sistema più equo, le cantine verranno suddivise tra piccole (con un certo fatturato e numero di dipendenti), medie, e grandi ma anche per tipologia di vini prodotti. Questo lavoro verrà dettagliato e fatto dai professionisti e non da noi politici, questo è solo per darvi un’idea di come sarà il nostro progetto.
Poi a seconda degli accordi, se il cinese vuole un PRIVATE LABEL, le cantine metteranno il simbolo della ditta cinese sull’etichetta, e tutte le etichette risulteranno uguali.
Oppure, verrà creata un’unica etichetta comune, identica bottiglia (così si compreranno assieme magari, tutte le bottiglie e risulteranno più economiche anche alle cantine stesse), e si presenterà UN UNICO MARCHIO UNICO LOGO (saranno i produttori, le cantine, a decidere che tipi di qualità, miscele di vino, usare per fare un vino che sia comune unico (e di qualità più o meno simile, ovvio per esempio non puoi usare un costoso Cartizze di una cantina e venderlo sotto l’unico prodotto comune dove altre cantine usano prosecco dry o spumanti di qualità inferiore). Si creeranno vari livelli di vino, da quello economico a quello più costoso e ricercato. Ogni cantina poi si arrangia a produrre e inscatolare la propria quota.
Questo aiuterà le cantine non solo a vendere di più, ma anche risparmiare, guadagnare meglio, aprire opportunità e mercati che da sole non avrebbero mai raggiunto.
In Francia il governo è da anni che aiuta le cantine di Champagne a fare sistema per incentivare le vendite all’estero. Noi in Italia invece, un pò per la politica, un pò per la testardaggine ed egoismo italiano, non si è mai fatto! Di questi tempi non ci si può più permettere di rimanere soli e piccoli a fare tutto!
Allo stesso tempo, l’agenzia parteciperà col suo stand in tutte le principali fiere del settore del mondo. E li, sarà rappresentante di tutte le aziende italiane che faranno parte del progetto agenzia AGRIFOOD ITALY.
L’agenzia sarà gratuita per le aziende, verranno decise delle percentuali sulle vendite (come si fa per gli agenti di commercio) che l’agenzia si trattiene una volta incassati i soldi dai clienti, in modo da pagarsi gli stipendi, i premi ai loro dipendenti, la propria gestione, per la pubblicità, ecc. Quindi lo Stato la mette in piedi dal nulla ma poi questa agenzia dovrà sostenersi da sola. Poi per organizzare determinate pubblicità o fiere mirate (per es. fatte solo per il vino), le ditte interessate faranno una colletta per raccogliere la somma per tali attività.
L’agenzia farà conoscere le eccellenze in modo ordinato e strutturato, presenterà al mercato le varie eccellenze delle varie zone d’Italia.
Quindi proporrà le tipicità italiane, come ad esempio, le nocciole e il tartufo del Piemonte (offrendole a determinati tipi di potenziali clienti esteri), oppure le mozzarelle campane, oppure il pecorino sardo, oppure il prosciutto crudo (offrendolo assieme ma in modo separato ovviamente in quanto non sono identici), i vari marchi del prosciutto, da quello di Parma, a quello di San Daniele, ecc. ma accomunando un’unica strategia di marketing, pubblicità, un’unica offerta, ecc.)
Investirà in pubblicità, cartacea, online, radio, televisiva, fiere, workshop, ecc.
L’agenzia sarà una vera e propria procacciatrice di affari. Poi le aziende che vi parteciperanno saranno ovviamente libere di continuare anche a fare i propri affari da sole come prima, solo che in più parteciperanno anche a questa nuova opportunità, che non gli costerà nulla, non dovranno assumere nessuno, ecc.
Questo vale per qualunque tipo di prodotto, per qualunque tipologia di azienda agricola e di allevamento (anche per i pescatori). L’agenzia avrà cataloghi, listini, e dipartimenti specializzati nel proporre, pubblicizzare, vendere, ogni categoria di prodotti (es. latticini, olio, grano, ecc.) e anche le aziende che producono cibo lavorato potranno partecipare, per esempio, fabbriche di PASTA, PANE, CONSERVE, ecc. dove però l’agenzia cercherà di trovare una soluzione comune in modo da far usare, ove possibile, materie prime italiane a tali fabbriche del cibo, almeno in una tot % che poi gli darà diritto a una % maggiore di profitti nelle vendite internazionali ecc.) il tutto, per incentivare l’intera filiera del MADE IN ITALY e proporre ai clienti, prodotti 100% Italiani.
LEGALIZZARE LA PRODUZIONE DI PRODOTTI OGM E INCENTIVARE LA RICERCA PER CREARE NUOVE SOLUZIONI
E’ inutile nascondersi dietro un dito, in Italia è legale importare i prodotti OGM (che in fin dei conti sono pochi, principalmente soia e mais, molto usati anche per dar da mangiare al bestiame), ma è vietata la produzione. Che senso ha? Risultato? La maggior parte dei Paesi del mondo (non solo europei) producono OGM e poi vendono a noi, e i nostri allevatori sono costretti a comprarla da fuori perché risulta migliore e più economica di quella “biologica”. Fa male? NO! E’ dimostrato scientificamente da anni che non fa male, per esempio, il mais OGM è identico a quello biologico, ma alla natura è stata data una mano in laboratorio, in modo che il mais si creasse una “difesa immunitaria” per resistere a malattie, funghi, muffe, ecc. quindi NON SERVE PIU’ SPRUZZARE TONNELLATE DI SCHIFOSI PESTICIDI che fanno male a noi e alla terra.
Alcuni OGM vengono semplicemente rinforzati in modo da aver una resa migliore, e aver meno bisogno di acqua (oltre che resistere alle malattie) e quindi non aver bisogno di pesticidi e di meno fertilizzante, perciò inquinare meno e far risparmiare soldi agli agricoltori.
Se chiedete a qualunque agricoltore e allevatore, la maggioranza di loro vi diranno che sono favorevolissimi a poter essere liberi di iniziare a prodursi in Italia alcune varietà di prodotti ma in formato OGM. E a voi consumatori vendono già da anni carne, latte, ecc. fatti da bestiame che ha mangiato OGM, siete forse morti o menomati?
E non vi preoccupate invece di mangiare pesce che ha mangiato plastica e rifiuti industriali in mare?!
Il mondo va avanti come un treno, noi italiani dobbiamo smettere di restare indietro. Poi, i consumatori che vogliono per forza comprare solo BIOLOGICO continueranno a farlo, non cambierà nulla per loro.
Per chi farà prodotti, cibi, che vende nei supermercati, ma usando OGM (farina di mais per esempio), come è già adesso la normativa italiana, scriveranno sull’etichetta prodotto “con mais OGM”. Già si trovano oggi nei supermercati prodotti importati dall’estero, che usano componenti OGM ma spesso non leggiamo o non ci facciamo caso. Anche perché al mondo esistono pochissime varietà di prodotti OGM.
Allo stesso tempo, potremo fare ricerca in modo da trovare, per esempio, una soluzione per aiutare gli ULIVI PUGLIESI (e non solo pugliesi) a PROTEGGERSI DALLA MALATTIA CHE LI STA OGNI ANNO DISTRUGGENDO TUTTI e contro la quale, gli agricoltori non riescono a trovare soluzioni.
Quasi tutti gli italiani sono favorevoli ai vaccini, anzi, dopo il corona virus praticamente tutti. Ecco, come i vaccini che ci siringhiamo nel corpo, cambiano e fortificano le nostre difese immunitarie per riuscire a combattere i virus, la stessa cosa la fanno gli scienziati in laboratorio con le piante, trovano dei “vaccini” autoprodotti dalla pianta stessa (attraverso la modifica di parte del loro genoma) in modo da renderla in grado di non soffrire più certe malattie.
Non ci dilungheremo oltre, vogliamo solo dire che è ora di smetterla di essere ipocriti e di fare cattiva informazione che racconta bugie alla gente (come fatto ignorantemente finora in Italia). Attraverso i nostri comitati scientifici, e attraverso l’agenzia nazionale per la ricerca che creeremo, faremo INFORMAZIONE DI MASSA a tutti i livelli. Perché prima di giudicare bisogna conoscere e informarsi sui fatti, e poi farsi una propria idea!
Poi, qualcuno vorrà continuare comunque a comprare biologico? liberissimo di farlo! L’importante è che non vieti di farlo agli altri!
PROMUOVERE LO SVILUPPO E L’INNOVAZIONE DELL’AGRICOLTURA
SERRE TECNOLOGICHE, IDROPONIA E IRRIGAZIONE A GOCCIA (per dare alle piante il giusto apporto di acqua e fertilizzante, senza sprecare)
Sia come strumentazione per ampliare, velocizzare, efficientare e ridurre i costi della produzione, rendere più facile, meno faticoso e più sicuro il proprio lavoro; sia anche, ove possibile, incentivare l’uso di strutture innovative, come fanno ad esempio in Olanda, usando serre tecnologiche e idroponiche, senza bisogno di suolo, né di grandi spazi, senza dover usare troppi fertilizzanti, senza interferenze climatiche e senza malattie del terreno.
Questo gli da la possibilità di produrre TUTTO L’ANNO!
Verranno dati incentivi e deregolamentazioni agli attuali produttori di pomodori o chiunque produce insalata, frutti di bosco o qualunque cosa producibile in serra (anche a livello florovivaistico), per trasformare il loro attuale sistema in una SERRA TECNOLOGICA IDROPONICA o per mettersi assieme ad altri colleghi/concorrenti, per farlo, unendo le forze. Creeremo un credito di imposta del 100% con una copertura di 480 milioni di Euro per farlo. Vale anche per chi installerà strumenti per irrigare “a goccia” i propri terreni.
INCENTIVARE LA FILIERA CORTA
Verranno dati incentivi e deregolamentazioni a tutti i produttori che venderanno direttamente a Km0. Sarà incentivata la creazione di mercati rionali o aggregazioni di mercati fatti dai produttori stessi. Senza bisogno di burocrazia e con la possibilità di vendere direttamente aggregandosi (magari tramite una sorta di cooperativa commerciale) da usare per vendere al dettaglio i propri prodotti assieme, a negozi, ristoranti, privati (con consegna a domicilio magari anche, affidandosi ad aziende che consegnano il fresco, e questo aumenterà il lavoro e farà nascere nuovi tipi di aziende logistiche e di stoccaggio.
A queste nuove aziende che aggregano, e queste nuove cooperative, vogliamo togliere qualunque tipo di TASSA per 5 anni! NO IRES, NO IRAP, NO INAIL!
ABBASSARE LE TASSE E IL COSTO DEL LAVORO
Anche le aziende agricole e i loro lavoratori e dipendenti ovviamente beneficeranno dell’enorme sgravio fiscale che faremo una volta che noi di “Riforma e Progresso” saremo al governo. Per vedere i dettagli visitate la sezione del Programma IMPRESE, PMI e START-UP.
Comunque, per riassumere:
– Dimezzamento dell’IMU
– Abbassamento dell’IRES al 15%
– Riduzione dell’IRPEF (di circa il 30% per scaglione)
– riforma e riduzione accertamenti fiscali
– crediti di imposta in ricerca del 150%
– riduzione strutturale della burocrazia (vedi voce Programma Rifacimento Burocrazia)
CANCELLAZIONE DELL’IVA PER MACCHINARI COMUNI – INCENTIVARE LE ECONOMIE DI SCALA
Per le aziende che decideranno di mettersi assieme per comprare e poi condividere macchinari e strumentazioni agricole da usare poi a turno ognuno per la propria attività (per es. trattori, mietitrebbiatrice, ecc.) VERRA’ CANCELLATA L’IVA per l’acquisto di tali nuovi materiali. L’acquisto dovrà essere fatto con un contratto di multiproprietà.
CREDITI DI IMPOSTA PER L’INSTALLAZIONE DI ALVEARI E L’USO DI API IMPOLLINATRICI
Mettiamo 100 milioni di Euro per creare un CREDITO DI IMPOSTA del 100% per tutte le aziende che decideranno di installarsi nei propri campi, serre, colture, ecc, alveari appositi per incrementare l’impollinazione tramite api impollinatrici.
Questo incentivo sarà valido anche per le aziende che decidono di installare arnie per produrre miele o incrementare l’attuale produzione di miele e il numero di arnie. Le api aiutano l’ambiente e la produzione di cibo.
Allo stesso tempo implementeremo i controlli e la lotta, aumenteremo pene e sanzioni, per combattere chi usa pesticidi e diserbanti illegali e nocivi per le api e l’ambiente.
INTRODUZIONE DI UN NUOVO TIPO DI VOUCHER
Sappiamo tutti che per i lavori stagionali non è pratico, produttivo e sostenibile, avere contratti indeterminati a lungo termine. Una volta al Governo, noi di “Riforma e Progresso” introdurremo un nuovo tipo universale di VOUCHER per il lavoro stagionale e saltuario. Un sistema equo, che permetta all’imprenditore di non dover fare nessun tipo di burocrazia, né di sostenere costi inutili per assumere, né sostenere i costi e le lungaggini di un normale contratto di lavoro, né tanto meno sottostare al farraginoso e mal congegnato attuale sistema di voucher (macchinoso e complesso) che verrà da noi cancellato.
Allo stesso tempo, garantisce al lavoratore la giusta paga, la copertura assicurativa, e i contributi. Chiaro, semplice, diretto, nominale e che fa incontrare le esigenze del dipendente con quelle del datore di lavoro.
Inutile dire che con questa nostra riforma, oltre che grazie a tutte le altre riforme descritte qui e nelle altre voci del nostro programma politico, aiuteremo a combattere molto il “caporalato”, che non avrà più senso di esistere, e per chi si ostinerà a farlo, la pagherà cara con la chiusura dell’attività e anni di galera.
Per vedere i dettagli dei nuovi voucher visitate la voce PROGRAMMA LAVORO.
INTRODUZIONE DEL REDDITO DI DISOCCUPAZIONE PER AGRICOLTORI E ALLEVATORI
In caso di perdita accidentale del raccolto o del bestiame, per esempio a causa di siccità, incidenti, incendi, distruzioni per colpa di cause atmosferiche ecc. o per qualunque causa che pregiudichi l’intera attività che dovrà essere chiusa o ricominciata da capo (e aspettare altri mesi prima che gli animali crescano, o prima di poter fare il primo raccolto).
gli imprenditori agricoli e i loro dipendenti avranno diritto di chiedere il nuovo REDDITO DI DISOCCUPAZIONE che creeremo una volta giunti al governo.
Per vederne i dettagli, visita la voce del PROGRAMMA LAVORO.
Mentre aspetteranno e percepiranno il reddito, saranno tenuti a fare corsi di formazione sulla gestione di attività agricole, su come incentivare e proteggere la biodiversità, su conoscere e come applicare nuove tecniche di coltivazioni e allevamento, ecc.
Potranno eventualmente, tramite la cooperazione di comuni, regioni, ONG, e cooperative del settore agricolo, dare una mano per un determinato numero di ore presso altre aziende agricole. Avranno diritto ad usare un tot numero di giorni al mese per prendersi cura della loro attività se han deciso di farla ripartire. Se invece non ne vogliono più sapere di attività agricole, verranno inseriti nel programma standard uguale per tutti i disoccupati italiani (stage, corsi, volontariato e reinserimento in altre posizioni lavorative).
LIQUIDITA’ CITTADINA
Una volta al Governo, creeremo un nuovo rivoluzionario sistema di SOSTEGNO CREDITIZIO, dove i privati cittadini e le imprese verranno messi in contatto. I privati cittadini che lo vorranno, potranno finanziare progetti, aziende, start-up, o tramite prestiti, o donazioni, o acquistando quote societarie, ecc. Non ci saranno più solo le banche!
Sarà valido per qualunque azienda e impresa italiana, incluse quelle agricole. Non ci dilunghiamo qui, leggete i dettagli alla voce del nostro PROGRAMMA IMPRESE, PMI E START-UP
INCENTIVARE L’AGRICOLTURA REDDITIZIA
5 anni di zero tasse per quelle aziende che aprono ex novo o che cambiano la propria coltura, e scelgono di iniziare a coltivare/allevare nuove risorse più redditizie (non solo per fini agroalimentari ma anche farmaceutico, cosmetico, ecc.) come per esempio: pistacchio, bacche goji, l’elicicoltura (lumache), la lombricoltura, l’allevamento e la trasformazione in cibo degli insetti commestibili (il cibo del futuro), l’apicoltura, la coltivazione dei frutti di bosco, lo zafferano, la coltivazione delle erbe officinali, la funghicoltura, la tartuficoltura, la canapa sativa, il bambù gigante, la produzione di legni pregiati, allevamento di animali da cortile, allevamento galline ovaiole, coltivazioni legumi e grani antichi, la coltivazione delle alghe, sia commestibili che per un qualunque loro utilizzo. Anche le attuali imprese esistenti che fanno già attività con questo elenco di prodotti, smetteranno di pagare qualunque tassa diretta per 5 anni.
Oltre che a non far pagare tasse per 5 anni (IRES, IRAP, INAIL), queste aziende (nuove o già esistenti che cambieranno o implementeranno la produzione dei sopra indicati prodotti) avranno anche un credito di imposta del 100%, come Governo metteremo un fondo da 100 milioni di Euro. (a parte l’apicoltura che ha già un suo credito di imposta separato).
L’A.R.P.M.A – L’AGENZIA PER LA REGOLAMENTAZIONE DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME AGROALIMENTARI
Sarà un’agenzia governativa che farà da garante dei prezzi su una lista di merci specifica (grano, pomodori, olio, latte, e molti altri) stilerà un calmiere dei prezzi su base MENSILE. Farà continue analisi a campione, quotidiane, da varie aziende sparse per l’Italia e che saranno obbligate a collaborare dando/mostrando/mandando tutti i dati richiesti all’agenzia (bollette, fatture del mese precedente, contratti di lavoro, mutui, ecc.) su tutti i settori merceologici specificati, in modo da calcolare una MEDIA di costi di produzione MENSILI. Allo stesso tempo tale azienda interpellata dovrà presentare (per aiutare il lavoro) un documento che presenti i costi che sostiene l’azienda (servirà come secondo controllo incrociato aggiuntivo, per evitare che le aziende barino e gonfino i costi).
L’agenzia poi valuterà e farà una media ponderata dei dati mensili dell’anno precedente, e una media dei prezzi di mercato che ci sono stati per quei determinati prodotti.
Stilerà poi ogni primo giorno del mese, una lista di prezzi fissi MINIMI sotto il quale non si potranno pagare tali beni nel corso di quel mese. Verrà applicata poi una maggiorazione del 10% a tale costo, in modo da garantire una soglia minima di profitto.
Quindi se in media, 1 Kg di pomodori (facciamo finta, pomodoro ciliegino da tavola) per esempio, (costo puro che include tutti i costi, tasse, stipendi, energia, ecc.) per produrlo costa 1 euro, 1 euro +10% = 1,10 €
Quindi non si potranno comprare tali pomodori per meno di 1.10 €
Qualcuno dirà: in tal modo le grandi GDO e fabbriche (produttrici di pasta, sughi ecc.) compreranno dall’estero a meno soldi. Risposta: già lo stanno facendo comunque, sia per i costi italiani (già alla fame) sia perché non si produce abbastanza grano, pomodori, olio in Italia per soddisfare la domanda interna per esempio.
Quindi è un cane che si morde la coda, tanto vale far pagare il giusto a chi compra italiano.
Tanto, comunque, grazie ai nostri incentivi per VENDERE DIRETTAMENTE e bypassare gli intermediari (grossisti), gli incentivi per creare COOPERATIVE e UNIONE DI AZIENDE in modo da vendere a Km0, o per comprare macchinari assieme, i nostri incentivi per iniziare a coltivare/allevare prodotti redditizi, i nostri incentivi per abbassare le tasse e il costo del lavoro, la creazione dell’agenzia che mette assieme le aziende in modo da fare fronte comune per investire in ricerca, pubblicizzare i prodotti assieme e venderli assieme all’estero, i nostri incentivi a produrre (abbassando i costi) tramite serre tecnologiche, la libertà che daremo di produrre e commercializzare ed usare prodotti OGM (meno costosi, dalla resa migliore e che non hanno bisogno di usare prodotti chimici e fitosanitari, risparmiando soldi anche lì). La creazione di nuovi voucher agevoli per il lavoro saltuario/stagionale, ecc.
Più tutte le altre politiche descritte in questo programma, in sostanza, ALLEVATORI E AGRICOLTORI avranno già di loro, in automatico un INCREMENTO DI PRODOTTI, DI REDDITO, DI VALORE, DI LAVORO e una riduzione di COSTI e TASSE. Quindi dopo un pò, forse, il calmierare i prezzi non sarà più necessario. Ma c’è di più, vogliamo introdurre anche altre NOVITA’: L’ETICHETTA PARLANTE DIGITALE.
L’ETICHETTA PARLANTE DIGITALE
PROTEGGERE IL MADE IN ITALY DALLA CONTRAFFAZIONE
Implementeremo l’attuale sistema di etichettamento dei prodotti obbligatoria. In sintesi:
Ogni prodotto esistente nel mercato al dettaglio che sia di uso alimentare, ma anche detergenti, saponi, e tutto quello che viene assunto, indossato ed usato nel corpo delle persone (inclusi vestiti, farmaci, ecc.) dovranno avere un’etichetta QR CODE. L’etichetta sarà incollata sulla confezione o un talloncino o (nei mercati rionali ad esempio) sulla cassetta dove i pomodori sono esposti.
Le persone, col proprio cellulare, potranno scannerizzare il QR code e gli si aprirà la pagina del sito web che creeremo appositamente dove tutti i produttori e venditori saranno obbligati ad inserire tutti i dati di tutti i loro prodotti che si trovano in vendita.
Quindi ogni persona potrà in questo sito, che avrà pagine tutte uguali standard per ogni prodotto, una volta atterrati nella pagina di quel prodotto scannerizzato, leggere tutte le informazioni: Dati societari, indirizzo, mail e numeri di telefono di PRODUTTORE, DISTRIBUTORE, IMPORTATORE, GROSSISTA, ecc.
Descrizione di che prodotti e che materie prime hanno usato, da dove provengono, eventuali certificazioni, e se importate, da quale Paese, e da chi le ha comprate (dati societari e indirizzi), son state usate materie prime importati da più Paesi? lista di ogni Paese con indirizzi dei produttori, e hanno rispettato le norme e certificazioni richieste? con che prodotti chimici sono stati trattati frutta e verdura per esempio. Per fare un esempio pratico: una ditta è libera di vendere il proprio olio fatto in Uzbekistan con una miscela di olio tunisino da olive trattate, mescolato con sostanze chimiche per la conservazione e che costa 1 € al litro, solo che dovrà mettersi a nudo con tutti i dati, e se il consumatore vuole, in modo semplice e diretto, può informarsi e decidere.
L’ETICHETTA PARLANTE DIGITALE INFORMERA’ IL CONSUMATORE ANCHE SUL GIUSTO PREZZO, SULLO STATO DEI LAVORATORI, ECC.
Tre italiani su 4 sono disposti a dare più importanza all’equo trattamento dei lavoratori piuttosto che al prezzo finale del prodotto quando scelgono cosa comprare al supermercato. È quanto emerge da un’indagine condotta da Oxfam insieme a Federconsumatori. Emerge inoltre che 8 compratori su 10 richiedono maggior trasparenza.
Disposti ad acquistare un prodotto alimentare che non ha causato lo sfruttamento dei lavoratori, indipendentemente dal prezzo, sono stando all’indagine il 74,41% degli italiani, mentre il restante 21% mette il prezzo al primo posto nel momento in cui deve compiere una scelta di fronte agli scaffali. Il problema principale che emerge dall’indagine è però la difficoltà da parte dei consumatori di arrivare a essere veramente informati sui retroscena produttivi degli alimenti che mettono nel loro carrello. Poco più della metà degli italiani, il 51,7%, dichiarano di sentirsi mediamente informati riguardo allo sfruttamento dei lavoratori nelle filiere agricole, ma il 78,20% di loro, quindi quasi 8 su 10, ritiene che le informazioni a disposizione non siano sufficienti. “Ci dicono di non voler essere complici inconsapevoli dello sfruttamento nei campi”, commenta Giorgia Ceccarelli, policy advisor di Oxfam Italia. “Senza informazioni ed elementi che garantiscano la piena trasparenza sul rispetto dei diritti umani nelle filiere, i consumatori non riescono ad esercitare una scelta responsabile che pure dichiarano, senza esitare, di voler compiere”. La richiesta è dunque “trasparenza, ma anche la piena assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori delle filiere agroalimentari, inclusa la Grande Distribuzione Organizzata, in nome di una maggiore equità”.*
Per questo, all’interno della pagina prodotto, il cliente potrà vedere a quanto ha comprato quel prodotto il Supermercato/Negozio al suo grossista, ed a sua volta quanto il grossista ha pagato al produttore agricolo iniziale. Ci sarà accanto evidenziato il PREZZO MINIMO che avrebbe dovuto pagare, e quanto l’ha pagato, mettendo un’icona che dirà che quella filiera, o quel supermercato o quel grossista è: o un EQUO COMPRATORE oppure uno SFRUTTATORE.
Al cliente poi la scelta di decidere se comprare o no quel prodotto o comprare in quel supermercato.
LOTTA EUROPEA NEL VIETARE PRODOTTI DOVE SI SONO USATE SOSTANZE CHIMICHE PROIBITE
Il nostro Governo si batterà in tutti i modi in Europa per cercare di vietare o limitare l’importazione (e l’uso all’interno della stessa Europa) di prodotti trattati con sostanze chimiche fitosanitarie illegali in Italia e ritenute nocive dall’OMS e da altre fonti autorevoli.
La Germania per esempio, vuole continuare ad usare il Glifosato, noi cercheremo di aprire un dibattito europeo per sensibilizzare l’opinione pubblica e al tempo stesso investiremo nella ricerca in modo da scoprire sostanze nuove non nocive o trovare nuovi sistemi biosostenibili per raggiungere comunque gli stessi risultati.
INCENTIVARE IL METTERE ASSIEME I PROPRI CAMPI PICCOLI
La superficie media dell’impresa agricola italiana è di 11 ettari a fronte dei 53 di quella francese, i 56 di quella tedesca, i 65 di quella danese, i 79 di quella del Regno Unito e i 152 di quella Ceca.
Abbiamo troppe aziende con appezzamenti minuscoli che però devono sostenere costi, tasse, l’acquisto di macchinari per sé ecc.
E’ impossibile cambiare dall’oggi al domani, ma bisogna almeno provare ad iniziare a collaborare e cercare di mettere assieme le forze.
Oltre alle nostre politiche di condivisione descritte in questo programma, vogliamo provare a fare di più, incentivare quegli imprenditori agricoli che lo vorranno, a fondere le loro terre assieme a quelle di altri vicini, e costituendo nuove aziende uniche ma grandi, cooperative, ecc. dove non per forza l’agricoltore deve per forza “perdere” la proprietà del suo campo, ci sono ormai molte forme giuridiche e contrattuali nel garantire i diritti di ognuno.
Dalle statistiche ISTAT, rapporto NOI ITALIA 2019 si evince che L’Italia, con 11,0 ettari, si posiziona tra i dieci paesi con una dimensione inferiore alla media dell’Unione europea (16,6 ettari). Nel 2016 l’agricoltura italiana mostra una crescita della dimensione media aziendale quale effetto dell’accorpamento tra aziende, ma tale crescita è ancora piccola e lenta.
Per questo motivo il nostro Governo cercherà di incentivare la creazione di cooperative agricole, la loro fusione in nuove e più grandi aziende (mettendo assieme più appezzamenti di terra e strumenti).
Per 5 anni non pagheranno alcuna tassa:
– NO IRES
– NO IRAP
– NO IMU
– NO INAIL
– NESSUNA IMPOSTA DI BOLLO
– NESSUNA IMPOSTA CATASTALE
– NESSUNA IMPOSTA DI REGISTRO
– LA PROCEDURA DI FUSIONE/CREAZIONE NUOVA AZIENDA, O COOPERATIVA SARA’ A COSTO ZERO
– ZERO COSTI NOTARILI
L’intero processo di creazione e registrazione di tali nuove aziende/cooperative verrà fatto seguendo la semplice e pratica (anche online volendo) procedura che creeremo attraverso la nuova agenzia nazionale del lavoro e delle imprese (per vedere i dettagli leggi nella voce PROGRAMMA IMPRESE, PMI, START-UP)
AUMENTO STANZIAMENTI PER IL PIANO ASSICURATIVO AGRICOLO
Il nostro Governo aumenterà di 100 milioni di Euro il fondo già esistente che serve per contribuire ad aiutare gli agricoltori a stipulare polizze assicurative per proteggere i loro raccolti e bestiame da calamità naturali ed incidenti.
DIFENDERE LA QUALITA’ DEL NOSTRO OLIO DI OLIVA
Abrogazione della norma europea che abroga il limite massimo di 18 mesi dalla data di imbottigliamento dell’olio extra vergine di oliva. Con l’approvazione della normativa europea il Parlamento italiano di fatto aveva approvato il commercio di olio vecchio. Inoltre, la stessa normativa europea incide anche sulla trasparenza della filiera, cancellando l’evidenza cromatica sull’etichetta, che attualmente distingue gli oli comunitari da quelli made in Italy. Questo passo indietro da parte del Parlamento italiano costituisce un danno incalcolabile per i produttori di olio italiano, e ovviamente anche per i consumatori: l’olio extravergine di oliva conserva le sue proprietà se consumato entro i 18 mesi dall’imbottigliamento.